Dopo 53 anni da “Lo chiamavano Trinità…”, il ritorno sul grande schermo di Terence Hill, stavolta anche alla regia
Sono passati 53 anni da “Lo chiamavano Trinità…”, uno dei personaggi più amati di Terence Hill, e l’attore sta per tornare nei panni del pistolero più amato dello spaghetti western.
“Lo chiamavano Trinità…” è un film del 1970 scritto e diretto da E.B. Clucher, regista anche del sequel “…continuavano a chiamarlo Trinità” uscito un anno dopo. È un western all’italiana in versione commedia, considerato un classico del cinema italiano, sia per gli amanti del genere commedia sia di quello western, anche se si tratta principalmente di una sobria e divertente parodia dei più cruenti spaghetti western.
Terence Hill è Trinità: da una parte incarna il pistolero veloce, dall’altro ridicolizza questa figura mostrandosi come un giovane pigro e svogliato tanto da farsi trascinare tutto il tempo su una slitta trainata dal suo cavallo. Nel film spara poche volte preferendo come arma l’astuzia per sfruttare il fratello Bambino, per raggiungere i suoi scopi dimostrando però anche affetto fraterno quando serve. È un tipo provocatore che si appiglia a ogni pretesto per scatenare risse e soddisfare il “prurito” alle mani che gli viene quando vede un abile pistolero.
Co-protagonista nel film è Bud Spencer che interpreta Bambino, il fratello maggiore di Trinità. Ladro di cavalli per professione nonché abile pistolero, viene definito “la mano sinistra del diavolo”. Caratterialmente, Bambino utilizza modi rozzi e si spazientisce facilmente pur dimostrandosi alla fine un “bonaccione”. Le consuete sparatorie vengono infatti sostituite dalle scazzottate della coppia Bud Spencer e Terence Hill, vero e proprio “marchio di fabbrica” degli svariati film.
Il western infatti, secondo Terence Hill, non coincide con la violenza: “Bud e io nei nostri film non abbiamo mai ucciso nessuno e stavamo lontani dalla brutalità”, ha spiegato l’attore. Terence Hill considera il western “un sinonimo della parola libertà. Che è poi anche la sensazione che emana dalle grandi pianure di quei film sul grande schermo. E poi nel western ci trovo qualcosa di mistico”.
Diciotto le pellicole condivise con il compagno di set Bud Spencer, scomparso nel 2016 all’età di 86 anni. “Lo ricordo quando da ragazzino facevo nuoto e con gli amici andavamo sugli spalti della piscina ad aspettare il grande campione italiano Carlo Pedersoli che si allenava. Lo guardavo arrivare, sigaretta in bocca, a bordo piscina. La mollava ad un amico ed entrava in vasca tra mille spruzzi”. Per Terence Hill, “se solo si fosse allenato con regolarità sarebbe diventato campione del mondo. Ma era così: tutta forza, tutto istinto. E quella forza la trasmetteva a tutti dal grande schermo”.
Come coppia cinematografica, “con Bud avevamo un rapporto perfetto, mai litigato. Anche se eravamo molto diversi”. Per rendere indimenticabile il loro sodalizio, Terence Hill ha poi insistito per girare una scena con una scazzottata degna di quella cronometrata in sette minuti e mezzo nel film Sette spose per sette fratelli: “Regista e produttore prima dissero no, poi cominciarono a pensarci. Alla fine vinsi. Abbiamo fatto una scazzottata di dieci minuti, gli unici nella storia del cinema”.
Prima di tornare a interpretare i panni di Trinità, Terence Hill ha recentemente chiuso il capitolo “Don Matteo”, fortunatissima serie tv Rai girata in 13 stagioni, prodotta dalla Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, trasmessa in prima visione su Rai1 dal 7 gennaio 2000. L’addio avviene dopo ventidue anni nei panni del personaggio tanto amato dal pubblico. Il celebre attore lascia così la serie che ha reso iconico, a livello televisivo, il prete in bicicletta per le vie di Spoleto, risolvendo casi meglio di un vero poliziotto. A sostituirlo arriva Raoul Bova nei panni di Don Massimo.
Tornando al ritorno di Trinità, Terence Hill, che compirà 84 anni il prossimo 29 marzo, curerà anche la regia del progetto cinematografico. Lo ha raccontato lui stesso in un’intervista a Sette: «Non volevo più girare un western. Pensavo fosse inutile, di aver già fatto tutto e che non avrei potuto fare di meglio. Poi però ho trovato un libro con la storia vera di una suora italiana che è emigrata a fine Ottocento in America dall’entroterra ligure con la sua famiglia contadina e poverissima. Da Cincinnati, sola, ha deciso di andare nel West».
Il film si intitola “Trinità, la suora e la Pistola” e si intreccia con i personaggi reali del West: «La Pistola è Billy the Kid perché la suora nella sua vita lo incontrò davvero», precisa Terence Hill, che racconta anche l’inizio del lungometraggio: «Si vede Trinità sulla sua famosa “lettiga” e poi lei, la suora, circondata da tre minacciosi cowboy. Lui capisce che è in pericolo e la salva».
Il lavoro sulla sceneggiatura è iniziato 18 mesi fa e l’attore prevede di iniziare le riprese in estate in Abruzzo.
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