La redazione di Attoricasting.it è impegnata ogni giorno per aiutarvi a lavorare nel mondo del cinema, del teatro e della recitazione ed affrontare al meglio il vostro prossimo casting. Non a caso vi abbiamo consigliato 10 monologhi maschili e i 10 monologhi femminili da portare a un provino.
Come abbiamo detto tante volte, però, per superare un provino non esistono formule magiche: studiare al meglio la propria parte è senza dubbio una pratica necessaria, tuttavia a volte è importante riuscire a trasmettere e portare sul palco anche la nostra personalità, il nostro vissuto e le nostre storie.
A confermarcelo è lo stesso regista Pupi Avati, riconosciuto Maestro del cinema italiano che abbiamo intervistato per voi.
A lui abbiamo chiesto qualche consiglio su come affrontare al meglio un provino e raccontarci un po’ delle sue esperienze nel mondo dei casting.
Ciao Pupi, sul nostro sito ci occupiamo di casting. Quali sono gli errori da non commettere assolutamente durante un provino?
Non smettere mai di pensare che ci si sta rivolgendo a una persona sola, cercando quindi di “intimizzare” al massimo il rapporto. Non aggiungere espressioni mimiche facciali per rendere ancora più esplicito quello che già stai dicendo, concentrare lo sguardo sul tuo interlocutore, portare poco la voce soprattutto legando le parole del discorso che stai facendo le une alle altre, lasciando le necessarie pause, evitare di parlare in dizione cercando di far somigliare il modo di esprimersi davanti alla macchina da presa a quello che è il tuo modo di esprimerti nella quotidianità della vita, non vivere il panico della mancanza di memoria…
Senza far nomi, ti è mai capitato di scartare un attore e poi di pentirtene? Al contrario, ti è mai capitato di pentirti di una scelta fatta?
Sulle scelte delle quali mi sono pentito preferisco glissare per correttezza. Sull’errore più grave della mia vita invece riguarda Margherita Buy che incontrai giovanissima. Stavo girando Regalo di Natale. Mi apparve così nervosa, così sovreccitata, così fuori controllo. Alla fine dell’incontro dissi al suo ragazzo, che me l’aveva presentata, di consigliarle di rinunciare al sogno di recitare!
Studio maniacale dei copioni o lasciarsi andare a un po’ di improvvisazione: qual è il modo migliore per prepararsi a un provino?
La memoria non deve costituire un problema. Mentre spessissimo lo è. Quindi studio, studio, studio del testo che deve fluire senza alcun intoppo o incertezza.
La professione dell’attore è una delle poche che non “invecchia”. L’età, anzi, spesso offre la possibilità di impegnarsi nell’interpretazione di personaggi più complessi e strutturati. Ma cosa succede quando si presentano ai casting persone oramai di una certa età ma senza esperienza? E’ possibile provare a entrare nel mondo del cinema “da grandi”?
I migliori attori non sono quelli che hanno frequentato le migliori scuole di recitazione ma sono quelli che hanno vissuto esperienze complicate nella loro vita. E’ brutto dirlo ma il dolore insegna tantissimo, ti rende più vulnerabile e, nel contempo, più sensibile. Nel cinema vero ci sono ruoli per giovani ma anche e soprattutto per attori adulti o addirittura anziani. Quindi non penso sia giusto rinunciare a un proprio sogno solo per ragioni anagrafiche.
Hai girato tanti film di successo. Dovendo scegliere una sola scena per raccontare la poetica di Pupi Avati, quale indicheresti?
Il finale di “una Gita Scolastica” quando Laura, l’ultima della classe a non essersene andata, raggiunge al di là del lago quelli che furono i compagni della sua classe, in quell’aldilà che è occultato da quella magica nebbia.
Il mese prossimo dirigerai un corso di formazione che porterà i partecipanti a recitare in un cortometraggio. Cosa consigli ai giovani registi e agli attori che proprio con i cortometraggi stanno muovendo i primi passi?
Di fare gruppo, squadra. Di aiutarsi l’un l’altro e di presentarsi con il testo a memoria per intero. La propria parte e quella di tutti gli altri.
Ora dacci qualche anticipazione: come preparerai gli “allievi” a recitare nel tuo corto? Come pensi di strutturare il corso e quali step si seguiranno?
Ogni allievo esige un rapporto di una certa qualità. In quanto essere umano rappresenta qualcosa di eccezionale, singolare, irripetibile. Non mi sono mai relazionato alla stessa maniera con nessuno delle centinaia di attori con i quali mi sono trovato a lavorare. Ma anche loro con me. Ogni volta è una storia nuova, spesso felice.
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