Il casting non è solo un provino: è un incontro tra visioni artistiche, un’occasione per scoprire storie ancora inascoltate e volti capaci di portare autenticità sullo schermo.
L’episodio 26 del podcast Bravi Tutti ci accompagna alla scoperta di questo universo attraverso la voce di Luca Arcidiacono: assistente casting e aiuto regista, sceneggiatore e acting coach.
In questa puntata, Arcidiacono ripercorre il suo percorso professionale, dagli esordi fino all’approdo alla regia e alla direzione casting. Un racconto ricco di esperienze e riflessioni che non si limita a esplorare le dinamiche del set, ma tocca anche temi profondi come l’inclusività, il valore della diversità e il coraggio di accogliere l’imprevisto.
Grazie al racconto di Luca, emergono le sfide e le opportunità di chi lavora dietro le quinte, svelando cosa serve davvero per affrontare un provino, ma anche cosa può fare la differenza in uno street casting, dove spesso l’autenticità vale più della tecnica.
Dalla regia al casting: il percorso di Luca Arcidiacono
Originario di Taormina, Luca Arcidiacono ha mosso i primi passi nel mondo del cinema studiando all’Università di Roma Tre e approfondendo la regia con maestri come Sergio Rubini e Ciro Scognamiglio. Ha collaborato con realtà produttive di primo piano come Cattleya, Pupkin, Ascent Film e Lux Vide, portando avanti una carriera ricca di esperienze sul campo e riconoscimenti per i suoi cortometraggi, tra cui La Stanza Rossa e Aggrappati a Me.
Nel corso dell’intervista, Arcidiacono sottolinea quanto questo mestiere richieda una continua disponibilità e passione:
“Non c’è mai un orario di ufficio. Si cerca di condividere il lavoro anche con la vita.”
Un equilibrio delicato, che molti professionisti del settore imparano a gestire strada facendo.
Casting: ascolto, flessibilità e intuizione
Uno dei temi centrali della puntata riguarda l’approccio al casting, soprattutto nel confronto tra attori esperti e non professionisti. Arcidiacono ci offre una riflessione lucida e concreta sul mestiere dell’attore:
“Un attore con meno esperienza cerca di arrivare con molta più consapevolezza e costruzione. […] Arrivare con tanta consapevolezza su una scena […] ti rende meno in ascolto quando il casting director interviene. L’attore professionista invece prende il personaggio come uno sperimentare […] cerca di capire la linea del regista […]. Diventa un casting da ambo le parti.”
Questo scambio reciproco, questa “chimica” tra regia e attore, è ciò che trasforma un provino in qualcosa di vivo e produttivo.
Lo street casting e l’autenticità inattesa
Arcidiacono racconta anche la sua esperienza con lo street casting, che spesso riesce a restituire una spontaneità difficile da ottenere con attori professionisti:
“Quello che estorce è sentire qualcosa di costruito. Quello che ci colpisce di più è quando una persona entra in una stanza, ti saluta, si mette davanti alla macchina e parla […] I migliori street casting sono stati quelli dove nessuno si è creato problemi di trovarsi a fare una cosa che non pensava possibile […]. Invece poi magari capita.”
Un volto interessante può colpire, ma secondo Luca è lo sguardo, quella connessione con le emozioni, a fare davvero la differenza:
“Il volto è importante, ma è anche una questione di sguardo, uno sguardo acceso, connesso alle proprie emozioni.”
La preparazione al provino: testo e self-tape
Un’altra componente fondamentale del mestiere di attore, secondo Arcidiacono, è la preparazione del testo:
“L’analisi del testo è essenziale. […] Devi capire in cosa quella cosa ti è vicina o ti è distante […] Più lavori sull’analisi del testo e ti avvicini al personaggio, più avrai possibilità minori di sbagliare.”
Un’attenzione che si riflette anche nei self-tape, sempre più usati negli ultimi anni:
“Meno è meglio. […] La voce, lo sguardo e il volto” sono per lui gli elementi chiave per una performance efficace.
La regia tra visione e gestione dell’imprevisto
Sul set, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Luca lo sa bene, avendo ricoperto il ruolo di aiuto regista in molte produzioni:
“Non si è mai pronti a gestire l’imprevisto, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. […] Il bravo aiuto regista non è quello che prepara al meglio tutto […], ma è gestire al meglio senza perdere la bussola il cambiamento o imprevisto quando avviene.”
Un’attitudine che Arcidiacono ha trasferito anche nella regia, dove la capacità di adattarsi può tradursi in intuizioni creative inattese.
“Aggrappati a Me”: una storia personale che diventa cinema
L’episodio si conclude con un racconto toccante: Luca ci parla del suo cortometraggio Aggrappati a Me, ispirato dalla sua esperienza personale con la sorella Serena, affetta da sindrome di Down:
“Ho utilizzato la sindrome di Down per aggirare dei cliché rispetto alla sindrome e l’accettazione di una paternità rispetto a un ragazzo della mia generazione che si trova all’improvviso catapultato nel mondo adulto.”
Un episodio da ascoltare (e riascoltare)
Luca Arcidiacono, con generosità e chiarezza, condivide non solo tecniche e metodi, ma anche pensieri profondi sul senso dell’arte, sul valore della diversità e sul coraggio di sperimentare. L’episodio 26 di Bravi Tutti è un’occasione preziosa per attori, registi, aspiranti professionisti e chiunque voglia comprendere meglio il lavoro che si cela dietro ogni scena.
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