Il settore cinematografico italiano sta vivendo una fase di innovazione crescente, con un particolare focus sui cinecomics e sugli adattamenti tratti dai fumetti. Questo genere, infatti, ha conquistato un ruolo predominante sia nelle sale cinematografiche che sulle piattaforme streaming a livello globale. Tra le realtà più interessanti di questo panorama emerge Brandon Box, una casa di produzione che ha saputo cogliere le potenzialità di questo filone e rilanciare la tradizione del fumetto italiano.
Adattare il linguaggio del fumetto al cinema non è impresa semplice: la ricchezza delle sue sfumature deve essere tradotta in una narrazione capace di mantenere il legame con l’opera originale, ma anche di soddisfare le aspettative di un pubblico internazionale. Le produzioni italiane, purtroppo, hanno spesso incontrato difficoltà nel farsi spazio in un mercato dominato da colossi come Marvel e DC, ma Brandon Box è riuscita a trovare una propria via.
Fondata nel 2011, la casa di produzione ha intrapreso un ambizioso cammino per esplorare nuove narrazioni e linguaggi cinematografici. Il primo grande traguardo arriva con Dampyr, un film realizzato in collaborazione con Sergio Bonelli Editore e Eagle Pictures, che porta sul grande schermo uno dei personaggi più iconici dei fumetti italiani. Tuttavia, il vero salto di qualità avviene nel 2024, con l’inizio delle riprese di Prophecy, tratto dal manga di Tetsuya Tsutsui. Il film fa il suo debutto esclusivo al Lucca Comics & Games e sarà nelle sale dal 24 marzo 2025.
Andrea Sgaravatti, co-fondatore di Brandon Box, ha avuto un ruolo cruciale in questa evoluzione del cinema italiano. Ospite dell’episodio 23 del podcast Bravi Tutti, Sgaravatti racconta il percorso della sua casa di produzione, delineando le difficoltà e i successi di un’attività indipendente che, pur affrontando sacrifici, è riuscita a rispondere alle sfide del mercato globale e a dare un contributo significativo all’industria cinematografica italiana.
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Le difficoltà della produzione di cinecomics in Italia
Uno degli aspetti più affascinanti del panorama cinematografico italiano, e in particolare del settore dei cinecomics, è la capacità di affrontare e superare le difficoltà logistiche e finanziarie, talvolta insormontabili per le produzioni di dimensioni più contenute. La realizzazione di un progetto come Dampyr non è stata affatto semplice. Oltre alle difficoltà nel reperire i fondi necessari, Sgaravatti sottolinea come la pandemia abbia influito pesantemente sulla distribuzione e sulla ricezione del film al suo esordio: “Abbiamo avuto la sfortuna di far parte di quei film a cavallo della pandemia, e questo ha inciso molto sul box office.” Nonostante ciò, Dampyr ha trovato un secondo respiro grazie alla distribuzione internazionale, raggiungendo risultati straordinari su piattaforme come Netflix e HBO, dove è riuscito a conquistare posizioni di rilievo nelle classifiche globali.
Per quanto riguarda il futuro di Brandon Box, Sgaravatti lascia spazio a scenari molto promettenti: “Ci sono dei discorsi in piedi […] Il film è costato 13.7 milioni. L’idea è capire qual sia la cosa più giusta anche dal punto di vista di assetto produttivo.” Con progetti come Dampyr che hanno attraversato numerosi ostacoli, la riflessione sulla sostenibilità e sulle scelte produttive future diventa un elemento centrale per il continuo sviluppo della casa di produzione.
La Scuola della Notte: il cinema che si fa realtà
Un altro progetto significativo di Brandon Box è La Scuola della Notte, che ha visto la collaborazione con RAI. Questo film racconta la storia di Federico, un ragazzo che cerca di emergere nel difficile contesto di un quartiere dominato dalla criminalità, ma che viene messo alla prova da eventi imprevisti. Ciò che rende questo progetto particolarmente innovativo è l’ambiente in cui è stato girato: il carcere minorile “Cesare Beccaria” di Milano. Sgaravatti racconta le sfide che questa scelta ha comportato: “Ci siamo ritrovati a mettere un telo verde nel cortile del carcere e a girare lì, in un contesto estremamente complesso dal punto di vista organizzativo.” La decisione di coinvolgere i detenuti come attori ha conferito al film una straordinaria autenticità, ma ha anche richiesto una pianificazione meticolosa e una grande dose di audacia.
Prophecy: nuove frontiere tra fumetto e cinema
Dopo il successo di Dampyr, Brandon Box si è lanciata in una nuova sfida con Prophecy, un progetto che porta sul grande schermo un altro adattamento da fumetto, questa volta un manga di Tetsuya Tsutsui. Il film, che ha come protagonista Damiano Gavino, racconta la storia di Paperboy, un giustiziere mascherato da un foglio di giornale, che diffonde brevi video online per denunciare ingiustizie e preannunciare la punizione dei colpevoli. In un mondo iperconnesso, il potere delle piattaforme digitali e la ricerca della giustizia diventano temi fortemente attuali, affrontati da Prophecy con un linguaggio visivo e narrativo innovativo.
Come racconta Sgaravatti, il progetto è nato quasi per caso, ma grazie a una connessione chiave con Marco Schiavone di J-Pop Manga, la casa di produzione ha potuto accedere ai diritti di Tsutsui. “Avevamo voglia di lavorare con un manga, ma facevamo fatica ad avere rapporti diretti con i publisher giapponesi. […] Ci siamo innamorati del lavoro di Tetsuya Tsutsui, perché capivamo che, una volta scritta nella maniera giusta, sarebbe stato facile da adattare.”
Prophecy sarà nelle sale dal 24 al 26 marzo, distribuito da Nexo, e si prevede che sia un altro grande successo per Brandon Box, che continua a crescere nel panorama cinematografico italiano e internazionale.
L’Uomo Tigre: una nuova sfida cinematografica
E mentre Prophecy è pronto a conquistare il pubblico, Brandon Box guarda già avanti con un altro progetto ambizioso: la trasposizione cinematografica de L’Uomo Tigre, uno dei manga più iconici della storia del fumetto giapponese. “Come tutti i produttori, abbiamo una lista lunghissima di progetti che stiamo portando avanti. […] C’è L’Uomo Tigre…” dice Sgaravatti, facendo intravedere una nuova sfida per la casa di produzione. Questo adattamento, che mescola azione e dramma, si concentrerà sulle scene di combattimento, mantenendo il grado di violenza e adrenalina tipico del fumetto originale. “Vogliamo mantenere quel grado di violenza che c’è nel fumetto,” aggiunge Sgaravatti.
Anche questo progetto rappresenta un ulteriore passo nell’evoluzione di Brandon Box come punto di riferimento per la produzione di cinecomics e adattamenti da fumetti, confermando il suo ruolo di innovatore e sperimentatore nel panorama cinematografico italiano.
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