Dopo essere andato in onda in decine di paesi nel mondo, il 27 gennaio è sbarcato anche in Italia su Rai 2 Boss in incognito (titolo originale Undercover Boss), condotto da Costantino della Gherardesca. Quattro puntate (l’ultima andrà in onda lunedì prossimo) in cui altrettanti imprenditori, rappresentativi di vari settori produttivi italiani (dall’abbigliamento alla gestione dei servizi di sorveglianza e altri) si calano nei panni dei loro ignari dipendenti.
Alla scoperta del mondo dei lavoratori, quindi, per una volta non solo studiato e visto dalle loro scrivanie da dirigenti ma anche provato direttamente sul campo. A seguito di bizzarri camuffamenti, i quattro boss vivono per una settimana come aspiranti in prova nei vari comparti delle proprie aziende, alla ricerca di punti di forza da sfruttare o di debolezza da migliorare ma soprattutto a contatto con alcuni impiegati, “portatori sani” di storie strappalacrime. Il tutto, ovviamente, sotto l’occhio vigile delle telecamere che seguono per l’intera settimana questo “viaggio negli inferi”.
Agli occhi dello spettatore alcune situazioni possono sembrare alquanto ambigue e lo spettro del “ma è tutto preparato” è sempre dietro l’angolo. In effetti, per quanto si possa trattare di aziende di medio/grandi dimensioni, risulta difficile credere che nessuno dei protagonisti riconosca il capo dell’azienda per la quale lavora, nascosto da un paio di occhiali da sole, una tinta di capelli o dietro una barbetta posticcia. E ad onor del vero, nella terza puntata andata in onda, uno di loro confessa nel momento finale di aver riconosciuto il dirigente e di aver fatto finta di nulla per reggere il gioco e soprattutto per sfruttare l’occasione, mai avuta prima, di stare a stretto conto con uno di “quelli che contano”.
L’eccessiva semplicità dei lavoratori a raccontare le loro storie personali al “primo venuto” e, al tempo stesso, a non esporre (come farebbe chiunque) le proprie lamentele per la propria situazione lavorativa nei confronti dell’azienda, lascia trasparire, poi, una sicuramente ottima attività di casting ma anche una certa dose di spiattellata sincerità fuori luogo da esporre maniacalmente davanti alle telecamere (che non sono nascoste).
Messi da parte, quindi, i dubbi legittimi di credibilità, nel complesso il programma risulta interessante da seguire, ci si affeziona nel giro di pochi minuti alle storie dei lavoratori (ad es. giovani precari in prova e mamme singles, operai storici e ragazzi che hanno cominciato a lavorare in azienda per pagarsi gli studi… e così via), con alcuni di questi ci si immedesima anche, pur conservando alla fine un gusto agrodolce, dato dal finale tanto mieloso e scontato quanto, per altri aspetti, sfacciatamente realista.
Dopo la settimana in cui i dipendenti fanno da tutor al boss protagonista di puntata, quest’ultimo li convoca nel proprio ufficio per svelare la sua vera identità e comunicare delle novità che li riguardano. Tutti, indistintamente, alla fine del racconto vedono stabilizzare la propria posizione lavorativa, a fronte di un contratto migliore di lavoro o di una promozione ed inoltre ricevono un omaggio (il più delle volte economico o in viaggi da fare con i propri cari) come riconoscimento del boss per l’affetto creato nella condivisione di una giornata di lavoro, fatta sì, come già detto, di meccaniche operazioni ma anche, e soprattutto, di chiacchiere in confidenza. Insomma: perché a noi “ce piace il lieto fine”.
A differenza del boss burbero di Sky, il Briatore di The Apprentice che maltratta aspiranti manager (alcuni dei quali più portati, a dire il vero, per le passerelle che per l’imprenditoria), su Rai 2 va in scena il boss buonista che si commuove e che lascia trasparire le proprie emozioni (reali?) più che la propria indignazione, qualora dovesse trovarsi davanti ad un lavoro mal fatto.
In definitiva nelle puntate andate in onda l’esperimento di Rai 2, ha saputo attirare l’interesse di quasi 2 milioni di telespettatori (media del 6-7%) e migliaia di followers, grazie anche allo stile pacato ma pungente del narratore Costantino della Gherardesca, che dopo l’esperienza felice di Pechino Express, si ritrova conduttore di un altro programma di prima serata fuori dai canoni classici della tv generalista.
In attesa di capire se ci sarà un seguito, magari il prossimo anno, possiamo intanto vedere come sarà l’ultima storia della quarta puntata, in onda questa sera alle 21.00, col sogno infranto a metà che resta alla fine quando tutto si riporterà alla concretezza del giorno dopo, in cui ognuno realisticamente tornerà al proprio posto.
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