Sempre più spesso molti di voi, interessati ad intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo, ci rivolgete molte domande.
Come si fa a diventare attore? Devo aver per forza frequentato un corso o una scuola per attori? Devo avere un book? Posso fidarmi delle agenzie dello spettacolo?
Dubbi legittimi a cui abbiamo deciso di rispondere grazie al contributo di un professionista dello spettacolo che insieme a noi prova a rispondere ai vostri interrogativi.
Si tratta di Stefano Timolina, produttore, agente televisivo e fondatore del Gruppo ST.
Con lui proviamo a capire come funziona il settore dello spettacolo, cercando di far luce sui reali meccanismi che lo governano e dando qualche consiglio soprattutto a coloro che vogliono iniziare.
Per diventare attore occorre di più essere belli o preparati?
Sicuramente, essere belli e bravi fa la differenza! L’unico strumento però che garantisce all’artista una carriera lungimirante e sul quale poter fare esclusivo affidamento è la preparazione.
E’ utile fare un book? Quanto costa?
Un book non è indispensabile e non garantisce assolutamente lavoro, se all’artista manca del talento. Certamente è uno strumento di promozione utile ad aspiranti con “vere qualità artistiche” da esprimere. Per quanto riguarda il costo, consiglio vivamente di non imbattersi in costi eccessivi, ma di avere buone foto (anche amatoriali), una in primo piano e una a figura intera con sfondo neutro.
Esistono le raccomandazioni nel mondo dello spettacolo?
La mia esperienza mi ha portato a rivalutare la nozione di raccomandazione: sarei un ipocrita, se negassi questa realtà che esiste in qualsiasi settore. In ogni modo, un’agenzia di rappresentanza artistica, il cui scopo è vendere e proporre, segnala i propri artisti per ricevere sia un guadagno in forma di provvigione che visibilità. Sono questi i casi in cui le raccomandazioni non assumono un’accezione negativa, ma sono frutto di un lavoro di management. La segnalazione acquisisce un senso, se l’artista in gioco ha un valore concreto: se raccomando un cantante stonato, non farà di certo strada!
Il mondo dello spettacolo in Italia? Che cosa si può cambiare? È possibile fidarsi delle agenzie dello spettacolo
In Italia, c’è una gran confusione e una libertà eccessiva. Personalmente, comincerei a introdurre delle regole per disciplinare il comportamento di imprenditori dello spettacolo. In tal modo si eviterebbe, ad esempio, la costituzione di agenzie poco serie e si realizzerebbe, per contrappasso, una tutela rivolta ai giovani. E’ bene disciplinare attraverso la legge, l’ammontare del cachet delle differenti categorie artistiche e realizzare una sorta di vademecum per le taglie delle modelle, al fine di contrastare il problema sempre più dilagante, dell’anoressia.
La crisi economica che ha colpito l’Italia in questi anni ha colpito anche il settore dello spettacolo? Il mondo dello spettacolo è in crisi?
Assolutamente sì! E’ da sfatare l’idea che la nostra realtà sia florida, ricca e spensierata. Quando vi è una crisi economica così forte, come quella che abbiamo vissuto in Italia e in Europa dal 2007 non si salva nessuno. Facciamo tutti quanti parte di una grande catena: meno si acquisterà, meno un’azienda investirà nella pubblicità, portando di conseguenza le produzioni a guadagnare meno. Anche gli artisti, dal canto loro e con tali condizioni, avranno meno brand da rappresentare e percepiranno cachet ridotti. Il lato positivo di questa crisi risiede nel fatto che c’è un ritorno alla meritocrazia: se lavori bene, con onestà e passione sei riconosciuto leader nel settore, viceversa ti fermi. Avverrà una “selezione naturale”!
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