Già tempo fa vi avevo consigliato dieci monologhi da imparare assolutamente se volete diventare attori (o migliorare se lo siete già).
Dato che i monologhi da presentare ai provini sono la cosa che mi viene richiesta più spesso, ho pensato di suggerirvene altri tra cui scegliere.
In questo articolo vi elenco dieci monologhi maschili, tratti sia dal cinema che dal teatro. Per le donne, non preoccupatevi, ci sarà un altro post dedicato, ma ho deciso di iniziare dando la precedenza agli uomini… per essere galante.
Ovviamente si possono trovare tantissimi monologhi di valore, sia cinematografici che teatrali, e forse i vostri preferiti non rientreranno in questa lista.
Li ho scelti seguendo due criteri: l’originalità e la varietà. Ho cercato di proporvi alcuni monologhi che non fossero tra i primi che vengono in mente quando ci si pensa, o tra i primi che si trovano cercando “monologo per uomini” su Google. Questo perché ai casting si rischia di annoiare, se si presenta la stessa scena che è stata già recitata da altri attori, magari poco prima.
Inoltre, ho voluto proporvi una scelta varia, in modo da accontentare tutte le preferenze: chi vorrebbe un monologo filosofico, chi uno intenso e commovente e chi uno più leggero.
Se vi volete allenare, potete provare ad interpretarli tutti e poi scegliere per i provini quelli che sono più nelle vostre corde.
Ecco cinque monologhi maschili tratti da film, tra i quali potrete scegliere per la prossima audizione:
1. MARK RENTON da T2 Trainspotting
È più famoso il monologo tratto dal primo Trainspotting, “Scegliete la vita”. Ma ho pensato che fosse più originale proporvi il secondo. In questo secondo episodio, Mark Renton riprende il monologo di apertura del primo film, durante la conversazione con Veronika al ristorante, e ne ripropone una versione attualizzata. Non siamo più nel 1996, ora ci sono i social network, che sono una metafora ancora più lampante della vacuità dell’esistenza, ma il senso più profondo rimane lo stesso.
2. COLONNELLO JESSEP da Codice d’onore
Quando alla fine del film è chiamato a testimoniare durante il processo, il colonello Jessep esclama: “Tu non puoi reggere la verità.” Ne segue un duro discorso sulla responsabilità e sui sacrifici che bisogna essere disposti a fare per garantire la sicurezza di uno stato. Se riuscite a raggiungere anche metà dell’intensità di Jack Nicholson mentre recitata questo monologo all’audizione, la parte sarà sicuramente vostra.
3. DANIEL HILLARD da Mrs Doubtfire
Siamo sempre in tribunale, anche in questa scena tratta da Mrs Doubtfire. Il protagonista cerca di convincere i giudici che è adatto ad occuparsi dei proprio figli, anche se sembra aver appena dimostrato il contrario. Il suo discorso, sebbene parta con toni leggeri, arriva a toccare corde molto profonde e a commuovere gli ascoltatori parlando dell’amore per i figli.
4. DALTON RUSSEL da Inside man
Proprio nella prima scena, Dalton si introduce da solo parlando con lo spettatore e inizia a raccontare la propria storia. C’è un chi, un dove, un cosa, un quando e un perché, sono semplici da spiegare. Spiegarci il “come” invece è lo scopo di tutto il resto del film.
5. RED da Le ali della libertà
Quando la commissione per la libertà vigilata gli chiede se si considera riabilitato, Red, rinchiuso in prigione da quarant’anni, inizia a riflettere sul significato del termine. Ormai non si sente più la stessa persona che ha commesso il crimine per cui sta scontando la detenzione, quindi dire che sia riabilitato non ha senso e non gli importa nemmeno.
Se invece preferite un monologo teatrale, eccone altri cinque:
6. ASTON da Il guardiano di Harold Pinter
In un lungo monologo, Aston parla delle allucinazioni di cui ha sofferto, che lo hanno costretto ad essere ricoverato in ospedale. Racconta dell’esperienza del ricovero e della spaventosa “cura” a cui lo hanno sottoposto. Una narrazione coinvolgente che deve esprimere la paura come se il personaggio fosse ancora lì, nell’ospedale.
7. OLIVER da The pride di Alexi Kaye Campbell
“The Pride” racconta la realtà di essere gay in due periodi storici molto diversi: gli anni ’50 e il presente. Anche se Philip è sposato e l’omosessualità è un tabù per l’epoca, Oliver cerca di convincerlo che la loro relazione è possibile, che c’è sintonia e comprensione tra di loro. E, dato che Philip ha sempre sognato di andare in Africa, usa proprio questo viaggio come metafora della libertà che potrebbe raggiungere se fosse veramente se stesso.
8. COTRONE da I giganti della montagna di Luigi Pirandello
Nell’ultima opera di Pirandello (rimasta incompiuta) regna un’atmosfera magica e sognante. Questa stessa atmosfera si respira nel monologo in cui il mago Cotrone spiega i segreti della villa… o meglio, li spiega senza spiegarli, perché la descrizione di un mistero invece di rispondere alle domande ne crea soltanto di nuove.
9. CHARLES da Due chiacchiere al parco di Alan Ayckbourne
Questo testo teatrale è composto da piccole scene in cui i personaggi si siedono su una panchina al parco e tediano il prossimo con il racconto di quello che sta capitando nella loro vita. Ma, oltre a lamentarsi delle proprie vicissitudini, Charles fa addirittura di meglio: si lamenta della gente che si lamenta. Un discorso che va recitato prendendosi seriamente, ma che produrrà sicuramente un effetto comico.
10. IL SIGNOR PIRANDELLO È DESIDERATO AL TELEFONO di Antonio Tabucchi
Per finire, vi propongo un testo metateatrale. Tutto il testo di Tabucchi è un lungo monologo in cui un attore si interroga sul suo stesso mestiere e immagina di poter parlare con l’autore dell’opera che deve recitare, di potergli fare delle domande. Che, ovviamente, rimangono senza risposta, perché l’autore non è veramente al telefono e non lo può sentire.
Questi sono i miei consigli. Spero che abbiate trovato quello che cercavate… o magari uno dei film che ho citato vi ha fatto venire in mente quell’altro film in cui c’è un bel monologo e di cui vi eravate dimenticati.
Vi auguro un grande in bocca al lupo per i vostri prossimi provini… e vi invito anche a leggere l’articolo sui 10 monologhi femminili.
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