In principio fu la musica e più precisamente il canto, poi venne il ballo ed a seguire tutte le altre discipline, più o meno legate allo spettacolo, fino ad arrivare alla cucina. Con Masterpiece, invece, per la prima volta al mondo, ha fatto il suo ingresso nell’universo talent anche la “materia” della scrittura.
Masterpiece è un talent dedicato agli aspiranti scrittori, prodotto da Fremantle Media per la Rai in collaborazione con Rcs Libri, in onda su Rai 3, quella diretta da Andrea Vianello, la cui prima puntata è andata in onda il 17 novembre del 2013 in seconda serata.
Il programma si è composto di due fasi
1 – Nella prima si sono raccontate le selezioni dei concorrenti (e dei loro manoscritti) e quindi la scelta dei finalisti da parte dei tre giurati Giancarlo De Cataldo, Andrea De Carlo e Taiye Selasi;
2 – Nella seconda fase gli scrittori qualificati ed i ripescati (alcuni dal web e altri dalla giuria), si sono sfidati tra loro in varie prove attitudinali che nell’idea degli autori avrebbero dovuto consentire di misurare, oltre al talento letterario, anche la capacità di scrittura e di comunicazione fino ad arrivare alla puntata finale del programma, che andrà in onda domenica 30 marzo, in cui verrà proclamato il vincitore. Quest’ultimo come premio pubblicherà il suo romanzo con la casa editrice Bompiani in centomila copie e presenterà la sua opera al Salone del libro di Torino.
Dopo questa doverosa presentazione cerchiamo di capire perchè Masterpiece è stato, forse, come è stato fatto notare giustamente da qualche giornalista, “il programma più sbagliato della stagione televisiva”.
Per quanto l’operazione Masterpiece possa essere sembrata ai soliti perbenisti un’operazione “nobile” perché i protagonisti sono scrittori e non aspiranti ballerini o cantanti, il programma, facendo leva sugli stessi meccanismi narrativi e televisivi del talent/reality, ha toppato clamorosamente.
Quello che doveva essere un esperimento di successo (dapprima in seconda serata per poi aprirsi ad possibile sbocco in prime time), si è rivelato, invece, un clamoroso esempio di esperimento malriuscito. Non si può pensare che qualsiasi cosa, purchè lo si faccia davanti le telecamere, possa diventare spettacolo, soprattutto se la natura della disciplina stessa non ha nulla di “spettacolare”.
I concorrenti si “battono”, fondamentalmente, per vedere pubblicata la loro opera che, in definitiva, allo spettatore è praticamente sconosciuta. Non si ha il tempo di affezionarsi all’autore (cosa tipica del meccanismo talent) figuriamoci quello per promettere di interessarsi al suo lavoro, scritto magari in parecchio tempo e di cui, per forza di cose, non si potranno conoscere le peculiarità se non leggendolo.
La scrittura, poi, è di per sé qualcosa di intimo che mal si concilia con i riflettori; uno scrittore butta giù le sue righe alla luce di una fioca lampada da scrivania, non certo sotto quella invadente di uno studio televisivo. Uno scrittore di professione può fare dei lavori a tempo, perchè riesce a dosare quelli che sono gli aspetti più commerciali della scrittura per renderli appetibili e vendibili cosa che per un aspirante romanziere è, invece, quasi impossibile.
Tutto, alla fine, sa di reality con i giudici che, abilmente indirizzati dagli autori, giocano a fare i Cracco e Bastianich della letteratura italiana moderna ma della sostanza di cui si dovrebbe parlare, le “opere” dei concorrenti, se così possiamo definirle, non se ne sa nulla. Dal dibattito tra giurati e ospiti nella valutazione delle prove a tempo di scrittura creativa, o nel tentativo di seguire l’improvvisato talk dei concorrenti eliminati con il coach Massimo Coppola (quello delle inchieste di “Avere ventanni”, per chi non lo conoscesse), lo spettatore esce annoiato ed i dati auditel lo confermano.
E’ così che risulta essere davvero debole l’attesa di scoprire chi sarà proclamato vincitore tra Lorenzo Vargas (studente ventenne), Stefano Trucco (impiegato pubblico), Raffaella Silvestri (ex manager), Nicola Savic (commerciante) e Stefano Bussa (responsabile di un day hospital). Il tutto succederà alla presenza di due ospiti d’eccezione, Donato Carrisi e Susanna Tamaro, tramite il voto del pubblico e la valutazione della giuria, affiancata da Elisabetta Sgarbi, Direttore Editoriale di Bompiani. Chissà, però, che la sorte televisiva avversa non si trasformi in una buona spinta per l’opera letteraria del vincitore? Ai futuri spetta-lettori l’ardua sentenza.
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